ROCCO GIUSEPPE TASSONE -ITALIA-

<     >

PÁGINA 26

 

                   >

Rocco Giuseppe Tassone, Cavaliere della Repubblica italiana, è un poeta e storico e massimo esponente di etnografia ed iconografia religiosa e glottologia. Ha pubblicato 72 libri e ricevuto i più importanti premi internazionali di letteratura. Vive in Calabria.
 

Rocco Giuseppe Tassone, Caballero de la República Italiana, es poeta e historiador y un destacado exponente de la etnografía, la iconografía religiosa y la glotología. Ha publicado 72 libros y recibido los más importantes premios internacionales de literatura. Vive en Calabria.

 

POLONAISE
 
 

 

            Attraversando la veneziana la rossa luce del tramonto, in una sera d’estate calabrese, illuminava a chiazze ardenti la camera da letto.
            Il lenzuolo di seta sagomava un flessibile corpo che sinuosamente si muoveva al motivo della Polonaise di Chopin.
            La fresca seta si rotolava stringendo il suo contenuto da farlo traboccare come la soffice spuma dal bicchiere.
            Soffocato un sospiro a ritmo incostante accompagnava un dolce gemito d’amore.
            E tra la penombra i merletti ed i pizzi restavano muti!
            Polonaise era una giovane donna stimata ed amata. Anche la natura era stata fin troppo magnanima dando ad ogni curva la giusta piega ed ad ogni neo il suo pregio.
            Gli occhi felini, velati da un incognito desiderio, spesso vagavano nel vuoto segnando con le labbra un enigmatico  sorriso.
            Sul lavoro era un simbolo: pronta a qualunque novità e situazione.
            Molti uomini restavano affascinati ma Polonaise apparentemente lontana da ogni sentimento con un sorriso chetava gli istinti sprofondando dolcemente nella sua solitudine.
            Il suo io, profondamente segnato da un’insaziabile nascosta passione, conviveva con una struggente storia d’amore.
            In ufficio spesso si ritirava in bagno solleticata da un pungente fuoco che improvvisamente si impadroniva del corpo e di ogni ragione della povera donna e quando usciva era una vampata di rossore che piano piano sbiadiva mentre l’affannoso respiro ritornava alla normalità.
            Poi la sera, rifiutando ogni svago con gli amici, correva a casa, qualcuno ansioso l’aspettava: la sua perversione.
            Si tuffava nel suo morbido letto lasciando che il suo corpo, accarezzato dalla penombra al suono delle note polacche,scivolasse sulla seta e con essa perdersi in struggenti e narcisistiche visioni.
            Solitudini interrotte da mille fuggitivi immagini di corpi avvinti e desideri timidamente nascosti alla luce ma focosi al silenzio ed all’atonia della seta.
            E tra la penombra i merletti ed i pizi restavano muti ad ascoltare passionali respiri che si accavallavano a soffocate parole, al cigolio del letto e a pensieri di freschi ruscelli montani: magari spegnessero il fuoco che bruciava anima e corpo!
            Poi quella sera il lenzuolo di seta, dopo aver rotolato in grande confusione, finì con l’irrigidirsi e un sonno profondo portò con se ogni segreto amore.
            E tra la penombra i merletti ed i pizzi restavano muti mentre Polonaise libera dalla sua ossessione si volò nell’aria finalmente parca!

 

 

Al cruzar la persiana veneciana, la luz roja del crepúsculo, en una tarde de verano calabrés, iluminaba el dormitorio a retazos.
 La sábana de seda delineaba un cuerpo flexible que se movía sinuosamente al son de la Polonesa de Chopin.
 La fresca seda se enrollaba apretando su contenido hasta desbordarse como la suave espuma de un vaso.
 Un suspiro ahogado en un ritmo inestable acompañó un dulce gemido de amor.
 ¡Y en la penumbra el encaje y la puntilla permanecieron mudos!
 Polonesa era una joven estimada y querida. Incluso la naturaleza había sido demasiado magnánima, dando a cada curva su merecido y a cada lunar su mérito.
 Sus ojos felinos, velados por un anhelo desconocido, vagaban a menudo en el vacío, marcando con sus labios una sonrisa enigmática.
 En el trabajo era un símbolo: dispuesta a todo lo nuevo y a cualquier situación.
 Muchos hombres quedaban fascinados, pero Polonaise, aparentemente alejada de cualquier sentimiento, calmaba sus instintos con una sonrisa, hundiéndose suavemente en su soledad.
 Su ego, profundamente marcado por una insaciable pasión oculta, convivía con una conmovedora pasión amorosa.
 En la oficina se retiraba a menudo al cuarto de baño cosquilleada por un fuego acre que se apoderaba repentinamente de su cuerpo y de todas sus razones y cuando salía era un rubor que se desvanecía lentamente a medida que su respiración agitada volvía a la normalidad.
 Luego, por la noche, rechazando todo entretenimiento con amigos, corría a casa, alguien la esperaba ansiosamente: su perversión.
 Se sumergía en su mullida cama, dejaba que su cuerpo, acariciado por la penumbra al son de notas polacas, se deslizara sobre la seda y con ella se perdía en visiones anhelantes y narcisistas.
 Soledad interrumpida por mil imágenes fugaces de cuerpos enredados y deseos tímidamente ocultos a la luz pero ardientes al silencio y la atonía de la seda.
 Y en medio de la penumbra el encaje y la puntilla permanecían mudos, escuchando respiraciones apasionadas que se superponían a palabras sofocadas, el chirrido de la cama y pensamientos de frescos arroyos de montaña: ¡ojalá apagaran el fuego que abrasaba cuerpo y alma!
 Aquella noche la sábana de seda, después de revolverse con gran confusión, acabó por endurecerse y un sueño profundo se llevó consigo todo amor secreto.
 Y en la penumbra el encaje y la puntilla permanecieron mudos mientras Polonesa, libre de su obsesión, ¡volaba al aire por fin reseca!

 

*    *    *

 

E L’ORIZZONTE ERA SEMPRE LI’
 
            Danilo crebbe con l’idea di raggiungere un giorno l’orizzonte.
            L’orizzonte l’aveva accecato fin dalla sua nascita ed ogni sera cresceva guardando il sole lentamente calarsi e scomparire dietro quel muro di acqua incandescente.
            Sul piccolo molo di legno, difronte a tale immagine, con tale pensiero a tale inquietudine si addormentava e solo il richiamo della madre gli ricordava che qualcuno l’aspettava.
            Raggiunta l’età del pieno delle forze l’idea, bruciante come una foresta dalle fiamme animate dal vento, si materializzava sempre più e fu allora che abbracciò la vecchia madre, chiese la benedizione al vecchio padre, varò la vecchia barca a remi e vestito di tutto punto salutò il vecchio molo di legno e cominciò a remare.
            Rema oggi, rema domani l’orizzonte rimaneva lì, sempre alla stessa distanza, ma Danilo aveva ormai deciso e nulla e poi mai nessuno gli avrebbero fatto voltare lo sguardo dietro le sue spalle.
            Di tanto in tanto un delfino gli saltellava ora davanti, ora di lato della barca quasi ad incoraggiarlo ad andare avanti nel suo  proposito ma Danilo non recepiva nulla, il suo occhio e ola sua mente erano all’orizzonte.
            Ma l’orizzonte era sempre lì.
            Passarono giorni, trascorsero notti, buio e luci, albe e tramonti, acque solcate nel silenzio della solitudine, ma l’orizzonte era sempre lì.
            Lì a portata di mano!
            E intanto il sole calava e scompariva!
            Avesse avuto una fune forse sarebbe riuscito ad aggrapparsi ad un raggio di luce e farsi così tirare con esso nell’orizzonte.
            Ma intanto il sole calava e scompariva e l’orizzonte era sempre lì.
            Passarono giorni, mesi, anni e di Danilo svanì il ricordo solo la vecchia madre sul vecchio molo di legno guardava l’orizzonte sempre nuovo e parlava con il suo figliuolo che vedeva saltellare tra i raggi del sole e le fresche acque.
            E l’orizzonte era sempre lì! 

 

 

Y EL HORIZONTE SIEMPRE ESTUVO AHÍ

 Danilo creció con la idea de alcanzar algún día el horizonte.
 El horizonte le cegaba desde su nacimiento y cada tarde crecía viendo cómo el sol se ponía lentamente y desaparecía tras aquel muro de agua resplandeciente.
 En el pequeño muelle de madera, ante semejante imagen, con tales pensamientos de tanta inquietud se quedaba dormido y sólo la llamada de su madre le recordaba que alguien le estaba esperando.
 Cuando llegó a la edad de las plenas fuerzas, la idea, ardiente como un bosque con llamas animadas por el viento, se materializó cada vez más, y fue entonces cuando abrazó a su anciana madre, pidió la bendición a su anciano padre, botó la vieja barca de remos y, completamente vestido, saludó al viejo muelle de madera y comenzó a remar.
 Remar hoy, remar mañana, el horizonte seguía allí, siempre a la misma distancia, pero Danilo ya se había decidido y nada ni nunca le haría mirar por encima del hombro.
 De vez en cuando un delfín saltaba delante de él, de vez en cuando a un lado de la barca, casi como para animarle a seguir adelante con su intención, pero Danilo no asimilaba nada, su vista y su mente estaban en el horizonte.
 Pero el horizonte siempre estaba allí.
 Pasaban los días, pasaban las noches, la oscuridad y la luz, los amaneceres y los atardeceres, las aguas surcaban en el silencio de la soledad, pero el horizonte siempre estaba allí.
 ¡Allí al alcance de la mano!
 ¡Y todo el tiempo el sol se ponía y desaparecía!
 Si hubiera tenido una cuerda, habría podido agarrarse a un rayo de luz y ser arrastrado con él hacia el horizonte.
 Pero mientras tanto el sol se ponía y desaparecía y el horizonte siempre estaba allí.
 Pasaron los días, los meses, los años, y la memoria de Danilo se desvaneció; sólo la vieja madre, en el viejo muelle de madera, miraba el horizonte siempre cambiante y hablaba con su hijo, al que veía saltar entre los rayos del sol y las frescas aguas.
 ¡Y el horizonte siempre estaba ahí! 

 

 

*    *     *

 

 

LA LACRIMA DEL POETA FERISCE IL CUORE
 
La lacrima del Poeta,
lentamente, esonda l’orbicolare
bagnando le ciglia solca il viso
lasciandosi cadere sul petto
penetrando, come stiletto,
offendendo il cuore.
La melanconia nel dramma
si sviscera e corrode l’animo
e come fiammella arde senza luce 
finché il fiato pesante dell’arpa della morte
non abbia sopravvento sul terreno corpo,
solo e solo allora si asciugherà
nel varcare la soglia della vita
consegnando il peso dell’esistenza
a madre natura:
la lacrima del Poeta ferisce il cuore!

 

 

 

LA LÁGRIMA DEL POETA HIERE EL CORAZÓN

La lágrima del poeta
lentamente, desborda el orbicular
mojando las pestañas surca el rostro
dejándose caer sobre el pecho
penetrando, como un estilete
ofendiendo al corazón.
La melancolía en el drama
destripa y corroe el alma
y como una llama arde sin luz 
hasta que el pesado aliento del arpa de la muerte
no alcance al cuerpo terrenal
entonces y sólo entonces se secará
al cruzar el umbral de la vida
entregando el peso de la existencia
a la Madre Naturaleza:
¡la lágrima del Poeta hiere el corazón!

 

 

*     *     *

 

 

IL MARE LONTANO SI ORIGLIA IN UNA VECCHIA CONCHIGLIA
 
 
Tra i pini loricati della Sila
un uomo dimentico
al cupo suono d’un organo,
gode del silenzio
dialogando
con l’afoso vento di scirocco
accompagnandosi
ai filtrati raggi di sole
tra i rami delle conifere.
Strappa, assaporando l’agro-dolce,
un corbezzolo,
vagabondo continua
tra fiumare e cime innevate,
il lungo rimembrare d’una vita.
Il lupo nostrano ulula
ma non spaventa nessuno:
oramai le greggi
non pascolano più,
le transumanze si consumano nelle stalle!
L’uomo assente vagheggia
tra i dirupi e le valli
osserva il cielo stellato
e sogna un sogno di ombre
che rincorre
poi deluso lascia
il passo al risveglio ma…
il mare lontano
si origlia
in una vecchia conchiglia!  
 

 

 

EL MAR LEJANO ESCUCHA UNA VIEJA CONCHA


Entre los pinos loricados de la Sila
un hombre olvidado
al son sombrío de un órgano
disfruta del silencio
dialogando
con el bochornoso viento siroco
acompañándose
a los rayos filtrados del sol
entre las ramas de las coníferas.
Se desgarra, saboreando el agridulce
un madroño,
deambula
entre torrentes y cumbres nevadas,
el largo recuerdo de una vida.
El lobo local aúlla
pero no asusta a nadie:
a estas alturas los rebaños
ya no pastan,
la trashumancia se consume en los establos.
El hombre ausente vaga
entre los acantilados y los valles
observa el cielo estrellado
y sueña un sueño de sombras
que persigue
luego decepcionado deja
el paso al despertar sino
el mar lejano
escucha a escondidas
¡en una vieja concha!

 

 

*    *    *

 

 

IL MIO SEME È MARCITO NEL GRANAIO
 
 
 
Consumare un pianto su un amore
che non ha mai preso il volo:
aveva le ali tarpate
consunte dal tempo ironico
e dal mentire alla miope metamorfosi!
Rimembrare un nome di donna
lontano dal divenire,
dimentico d’esser nato
e forse anche morto
senza tracciar solco,
manco seminato campi.
Il mio seme è marcito nel granaio,
l’orto arato si è rivestito di muschio,
roveti e brughiere:
asilo per serpi che godono
il fresco all’ombra dell’arsura! 
 

 

 

MI SEMILLA SE MARCHITÓ EN EL GRANERO

 

Llorando por un amor
que nunca alzó el vuelo
le cortaron las alas
desgastadas por el tiempo irónico
y de la mentira a la metamorfosis miope.
Recordar el nombre de una mujer
lejos de convertirse
olvidada de haber nacido
y tal vez incluso muerta
sin trazar un surco
campos no sembrados.
mi semilla se pudrió en el granero
el jardín arado está cubierto de musgo,
zarzas y brezales:
asilo para serpientes que disfrutan
¡el frescor a la sombra de la sequedad!

 

 

*    *     *


 

 

 

SENZA FILO SPINATO


Dormi bambino sognare si può!
Nessuno potrà tarpare le ali
ad Oniro.
Culla pure le tue emozioni
dal bianco e nero al colore
e dormi
libero pensiero
senza filo spinato!

 

 

SIN ALAMBRE DE ESPINO


Duerme bebé sueña que puedes
Nadie puede cortar las alas
de Oniro.
Acuna tus emociones
Del blanco y negro al color
Y duerme
pensamiento libre
¡sin alambre de espino!